Il Pakistan cerca di ristabilire la legge e l'ordine; chiede l'espulsione degli immigrati clandestini

Scritto da Medha Bhagwat

4 ottobre 2023

Sicurezza e viaggi

Il Pakistan ha ordinato a tutti gli immigrati clandestini di lasciare il Paese entro il 1° novembre o di essere espulsi con la forza dalle forze dell'ordine (LEA). L'ordine arriva dopo che il Primo Ministro ad interim, Anwaar-ul-Haq Kakar, e i principali leader civili e militari si sono incontrati per una discussione a Islamabad. È emerso che 14 dei 24 attacchi, per la precisione attentati suicidi, sono stati condotti da afghani. In una riunione del comitato per il Piano d'azione nazionale (PAN) è stato deciso che questo passo è necessario per ristabilire e mantenere l'ordine pubblico in tutto il Pakistan. 

Ragione e spiegazione della politica

Secondo il Ministro degli Interni ad interim Sarfraz Bugti, "la cosa più importante che è stata decisa è il benessere e la sicurezza di un pakistano. Questi fattori sono più importanti di qualsiasi Paese o della sua politica. La prima decisione presa riguarda i nostri immigrati clandestini che vivono in Pakistan con mezzi illegali. Abbiamo dato loro una scadenza al 1° novembre per tornare volontariamente nei loro Paesi e se non lo faranno, tutti i LEA dello Stato e delle province li deporteranno".

Bugti ha ulteriormente approfondito la decisione e ha precisato che la stessa scadenza è applicabile per l'ingresso nel Paese di coloro che arrivano senza passaporto o visto. Ciò significa semplicemente che i visitatori/viaggiatori non potranno entrare in Pakistan senza documenti validi dopo la scadenza. Questo è stato preso in considerazione dopo aver considerato il numero di afghani illegali non registrati che vivono in Pakistan (circa 1,73 milioni). Secondo i media pakistani, circa 4,4 milioni di rifugiati afghani risiedono attualmente in Pakistan. 

È importante notare che le e-tazkiras (carte d'identità afghane elettroniche) saranno accettate dal 10 al 31 ottobre, dopodiché si applicherà la politica summenzionata. 

Creazione di una task force

Il Ministro degli Interni ha già creato una task force per dare il via all'operazione. L'obiettivo principale di questa forza sarà quello di monitorare e filtrare le imprese illegali e le proprietà possedute specificamente da immigrati clandestini. Tra queste ci saranno anche le imprese gestite in collaborazione con cittadini pakistani. 

Il Ministro dell'Informazione ad interim Murtaza Solangi ha dichiarato: "Le agenzie di intelligence e i LEA pakistani troveranno (gli immigrati clandestini) e le autorità sequestreranno le proprietà e le imprese. I pakistani coinvolti in questa facilitazione saranno condannati secondo la legge".

La repressione delle carte d'identità e dei passaporti illegali sarà legale, se avviata dalla task force in qualsiasi circostanza. Il governo sta anche pianificando di utilizzare il test del DNA per individuare i residenti in possesso di carte d'identità pakistane, per capire se sono cittadini pakistani o meno. Inoltre, saranno istituiti posti di blocco per controllare e individuare il contrabbando e l'accaparramento da parte di soggetti illegali. Infine, verrà lanciato un numero verde universale accompagnato da un portale web per incoraggiare i residenti a fornire informazioni sugli immigrati clandestini o su qualsiasi pratica illecita mantenendo l'anonimato. 

Presi di mira anche gli stranieri che vivono in Pakistan 

Oltre a dare la caccia agli immigrati clandestini, il governo provvisorio ha anche alcuni piani per gli stranieri che vivono nel Paese. Circa 1,1 milioni di loro, che vivono illegalmente in Pakistan, saranno sfrattati a causa del loro coinvolgimento nel finanziamento e nell'assistenza ai terroristi. L'operazione sarà condotta in tre fasi. La prima fase si concentrerà sui residenti illegali, la seconda su quelli con cittadinanza afghana, infine la terza sui residenti con carta di soggiorno. 

Reazione dei Talebani afghani

Da Kabul non è giunta alcuna risposta adeguata all'avvio di questa politica. I Talebani afghani, come sempre, continuano a negare le accuse che il loro territorio sia un santuario per le attività dei militanti. Inoltre, hanno scaricato la colpa sul Pakistan e sulla sua struttura di sicurezza, definendola "una questione interna". 

Questo sviluppo fa seguito alla mortale esplosione suicida avvenuta il 29 settembre nel distretto di Mastung, in Balochistan. Circa 60 persone sono state uccise e più di 100 sono rimaste ferite. Sebbene nessun gruppo abbia rivendicato la responsabilità dell'attentato, le autorità di sicurezza pakistane ritengono che siano stati utilizzati cittadini afghani o il suolo afghano. Di conseguenza, è necessario "rafforzare i dipartimenti antiterrorismo" il prima possibile. 

Sitata sta monitorando la situazione e fornisce gli aggiornamenti necessari attraverso i nostri avvisi di sicurezza. Scaricare l'app per rimanere informati su eventuali eventi che potrebbero interrompere il vostro viaggio. 

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